Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      valgo da ufficiale quanto da epistolografo. Del resto benone. Il tempo è bello e caldo, lo bo da vendere uno stook di indumenti di lana invernali nuovissimi.
      Addio" Ferruccio.
      XXVII.
      Condino, 8 gennaioY16.
      Cara mamma, ti sarà appena giunto dopo due settimane di silenzio, un mio segno di vita. Lettera non la potrei neanche chiamare, poiché non è neanche conchiuso l'ultimo periodo. Ma se non ti mandavo via quei foglietti così come sono, il silenzio diventava di mesi. Sono sempre quello. L'amore e il bisogno di voi e della vostra compagnia vorrebbero ogni giorno una spedizione per la posta, ogni giorno almeno un letterone. E così quelle pagine erano tutte scritte il giorno dopo di Natale, e pagine nove o dieci. Ma poi venne il punto (e vien presto!) che non so mettere giù senza un conveniente ruminamento; allora è una difficoltà; allora non è più pane per i miei denti; e intanto il tempo passa, e intanto sopravviene il tedio.... Allora mi dovrei rammentare, poiché non me ne rammentavo nel cominciare la lettera, che non è per me la gioia di sfogare l'animo mio e allietare quello dei miei cari


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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