Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      gi otto posti di guardia ad assegnare, ad esaminare, a sollecitare il lavoro (di trinceramento, di reticolazione, di baraccamento, con la mia energia, la mia eloquenza, la mia competenza, che voi sapete); e dove ancora giacendo, della gran fatica di questo girare mi riposo: giacendo sull'erba, al sole, come una lucertola. — Perchè, cara mamma, se i pericoli della mia guerra son tali che scrivendovi, e scrivendovi dagli avamposti, e scrivendovi con la vista vicina di due magnifici forti nemici, di un mon-tagnone (il Doss dei Morti) il quale del nemico è un immane baluardo, che s'alza da 600 a 2100 metri, tutto ridotte e trincee e reticolati, e di una muraglia cinese di trincea e di reticolato che dai 2100 metri del Doss dei Morti a sinistra corre ininterrotta, e tale di proporzioni da esser sempre distinguibile, sin giù a valle davanti a Lardaro e risale a destra sino ai 1900 metri del Nozzolo; che, dico, scrivendovi di qui non vi faccio parola di fucile; se le fatiche non son tali che questa lettera cominciata nelle prime righe giacendo al sole 'delle due dopo mezzogiorno, continuo adesso giacendo alla luce di candela delle quattro dopo mezzanotte; il peso poi, diremo climatico, della mia guerra invernale di montagna è tale, che, come vedete, vi continuo a parlare di giacere al sole, che non ho mai portato un cappotto, che da Natale non porto mantellina, poi che da Na-


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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