Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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tale non piove: che, dopo avere con costanza degna di miglior causa portato il giubboncino per quasi un mese e mezzo, venuta l'ora che il mese e mezzo mi ha consigliato fervorosamente di levarlo, l'ho smesso per non più rimetterlo, che la maglia smetto e rimetto secondo le ore del giorno e l'umore.... E poi la mamma si tormenta per trovarmi nuovi tipi di calze, e dacché nulla di indumenti pesanti io chiedo, calze e guanti almeno mi seguita a mandare.... Le calze di cotone mi mandi, che ho sempre portate! Fa bene, invece, a consigliarmi di non buttar via il mio corredo polare, sebbene io di buttar via la roba non abbia l'abitudine, e sebbene appaia sempre meno improbabile, che con il sopravvenire di stagione che permetta più movimento e voglia più guardia nell'Alpe più alta, si torni al Tonale dove è sempre tuttora il nostro, diremo, domicilio legale. — Davvero, cari, un gennaio simile da noi, non che vedere, non mi sarei mai figurato. Siamo in questa valle da un mese e mezzo: è piovuto un po' nei primi giorni, è piovuto la notte e il giorno di X atale: non siamo a Milano, e se non piove, splende il sole: giornate da aprile, fuor dell'acqua a barile, notti stellate e lunate da agosto.... Senza la minima esagerazione vi dico: nel confronto di Milano qui abbiamo clima di Riviera. A Milano con tale stagione accendereste la stufa e portereste il soprabito lutt'al
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (112/271)
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