Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      prendete misura da me, nello scrivermi, come non prendete in tutto il resto del bene che mi fate. Ma anzi scrivetemi sovente, poiché se una lettera mia a voi è segno di vita, una vostra a me, è n,on soltanto la compagnia più cara, ma la sola. Scrivetemi specialmente ora, che per un po' di tempo veder la vostra scrittura non sarà una fitta di rimorso. Mi scriva il papà de! Ticino, di Roma, di Milano; la mamma di casa e dell'ottima ralute vostra, dell'ottimo umore, dell'ottima quiete. Addio dunque.
      Ferruccio.
      XXIX.
      [Con(Uno, prima del 23 gennaio '16].
      Cari, ho ricevuto tutto il ben di Dio, del quale moltiplicate i messaggeri. Grazie. Del resto il compenso, preziosissimo compenso, lettere mie. vi procura subito esso stesso. Dover dire « ricevuto, grazie » par che sia a scrivere spinta più forte di ben altri doveri, e la forza di scrivere finisce di darmi, come ora, una fetta di panettone. — ila di scrivere che cosa, oltre a «ricevuto, grazie» ? Sono di nuovo disceso a Condino, soggiorno di riposo, cioè di occupazione più continua e veramente noiosa: poiché hai da fare il mandriano nella spazzatura delle


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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