Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      strade dall'immondizia, dei solai dalla legna, nel trasporto di assi, matasse di reticolato, paletti di legno e altrettante cose sull'altura. E non sei più sull'altura a goderti al sole la vista della valle nel sole, ma sei nell'ombra della valle a girar per la penombra delle case.... E in questa, come in mille altre cose, riportato a toccar con mano quante cose manchino all'esercito italiano, cioè alla quintessenza d'Italia, per difetto di educazione morale. Almeno però ricondotto a questa persuasione nello stesso tempo consolante e rattristante: che il marcio è solo in chi sta più in su e dirige, o dovrebbe dirigere, e dovrebbe educare: il popolo è sano, è pieno di virtù native; quelle gli mancano che gli dovrebber venire dall'educazione. Ma di educarlo nessuno si cura e nessuno sarebbe in grado. Lasciamo queste geremiadi. Se non so, se non ho da scrivere altro, meglio è lasciare di scrivere. Vedete che non ho tutti i torti io, quando vi lascio quindici giorni senza i miei autografi! Chè del mio benessere corporale non dovete essere in dubbio fin che io rimango qui, o fin che io 'non vi mando un preavviso; e questo ve lo farò avere, se mai: vi scriverò « entriamo in guerra ». — Ma sarà difficile che in guerra entri direttamente dalla villeggiatura invernale; se mai, dopo i quindici giorni di saison, in città. I quali s'avvicinano; e per tal modo, che se il diavolo non ci


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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