Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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XXXII.
[Dintorni di Cormons, 27 o 28 gennaio '16].
Cari, siamo dunque attorno a Cormons. Il campo delle nostre gesta saranno quei colli e quelle valli che son rammentati dal nome di Oslavia. Ma per ora siamo ancora accampati inoperosi, nè fin che il tempo si mantiene benigno, io e i soldati stiamo male. Sebbene tempo benigno qui voglia dire vittoria del sole sopra la nebbia, non già più la nostra dolce primavera giudicarese. Nè ci sarà dolce primavera giudicarese nella meteorologia balistica. Prima di pioggia di acqua, comincerà, penso, per noi pioggia di pallottole. Del pensiero di che sono lieto. Ma sono lieto anche del pensiero, che, a malgrado del mutamento di fronte e dell'accrescimento della serietà e delle difficoltà dei compiti, non mi sarà tolto di rivedervi presto. Perchè inverosimilmente presto mi sembra cader prima per la patria! Sebbene, e questo mi duole, non meno inverosimile sarebbe venir via in tempo per godere accanto all'Enrico tutto quel tempo, di che fino a qualche giorno fa mi tenevo sicuro. Ma qualche giorno confido sempre di poter passare insieme! Intanto mi faccio compagnia col vostro pensiero, e la conversazione si fa più viva se scrivo a voi o se ricevo scritture da voi. Quanta
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (119/271)
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