Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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gioia mi fanno le vostre lettere! Grazie che siano cosi frequenti. Sento di viaggi nel Ticino, di viaggi a Roma, di viaggi a Pavia. Bravi che rompiate con qualche occupazione e qualche svago esteriore la quiete affaccendata della casa e della scuola. La quale, ripeto quello che parecchie volte vi ho detto, si offre in questi mesi della nostra guerra in tali condizioni, da fare a voi che pure avete due figliuoli in guerra, della guerra anche nelle vicende famigliari un beneficio. Con che vi lascio amorosamente per non ritardare la partenza della cartolina.
Addio. „
Ferruccio.
XXXIII.
San Floriano, 2 febbraio '16. Bollo della Posta].
Cari, dunque non vi scrivo più da Nave, non più dal Tonale, non più dalle Giudicarie. Ma dalla regione di Oslavia dinanzi a Gorizia. E precisamente da San Floriano. Dovrebbe essere, Io capite, di tutte le tappe delle mie peregrinazioni la più faticosa e la più rischiosa. Faticosa è stata in verità la peregrinazione per giungere alla tappa. Sette giorni che non si è mai stati alla sera dove s'era alla mattina; sette notti che avran date tutt'insieme venti ore di sonno: sette, fuor che due, tutte di viaggio, sette, fuor che due, quasi tutte di veglia (queste
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (120/271)
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