Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      gusto di preannunziarvi, forse neanche di raccontarvi . per iscritto, cimenti e pericoli gravi. E non vi preannunzierei quest'andata in trincea. in trincea di prima linea sul fronte di Osla-via, se tutto questo avesse qualche cosa del pauroso che a Milano può sembrare. Ma non ha affatto. Questa Oslavia e la così detta «quota 188» sono un paesello e uno spiazzo a destra e a sinistra rispettivamente della strada maestra dalla collina del Coglio al Ponte di Gorizia. Sono a un tre chilometri, o poco più, dal ponte, ed erano la porta nostra aperta più presso più addosso all'agognata Gorizia. Ma sono anche una bassura stretta tra il Sabotino e il Peuma, dominata, con possibilità di riparo ancora di assai minori che per gli altri tratti della linea, da tutti i diavoli della piazza forte di Gorizia e. rispetto al resto della linea nostra, un tratto spinto avanti come un cuneo. Una posizione insomma difficile da conquistare, ma anche più difficile da mantenere, e una posizione che, se ha una grande importanza come passo di una camminata in avanti e anche un lusinghevole significato quando permette di dire «tre chilometri dal ponte di GoriziaI», non vale forse, quando si sia rinunciato al proposito di far seguire subito altri passi, i sacrifici necessari per mantenerla. Fatto è che per questo. e...........


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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