Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      delle linee. Quanto all'artiglieria, i pericoli da essa lì in trincea sono forse anche minori che qui sul posto dove sono sdraiato e donde vi scrivo, o lì sotto il tetto dove dormo, o lì sulla strada dove passeggio! Come sul Tonale, come nelle Giudicane, anche qui sull' Isonzo, adesso che ci siamo arrivati noi, la sola attiviì-tà guerresca sono quei tiri delle opposte artiglierie che hanno quasi soltanto scopo e risultato di far vedere vivi noi e togliere al nemico la comodità di certi alloggi, di certe strade, di certi ricoveri. Ma qui sull'Isonzo [il giuoco] è certo un po' più serrato, un po' più svariato di calibri, un po' più copioso di colpi, un po' meno incapace di qualche botta a segno che nelle Giudicane. Qui, là, ogni tanto, senti, vedi sommuovere la terra una granata, grandinare le sue pallette uno shrapnell; solo il caso te li potrebbe menare addosso, ma tanto più abbandonato alle loro offese tu saresti. Nelle trincee invece, che di tempeste balistiche non sono, almeno oggi, bersaglio, contro i colpiintermittenti stai in guardia e sei protetto.....
      L'interruzione nello scriver la lettera ha almeno il buon effetto di farmi piantar lì con una chiacchierata di argomento guerresco così lunga, contro la mia abitudine, da farvi sembrare che veramente sia cambiato quel comodo e noioso ritmo di guerra che era delle nostre abitudini. Invece, ripeto, niente per ora. Sol-


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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