Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      no di utilità e di piacere, difficile ai miei ben noti talenti di scrittore. Di Milano, del Ticino, dell'Accademia, del mondo? Valgono contro. questi stessi motivi di qui sopra. Della mia licenza ? Verrà, verrà forse l'ultima del reggimento, verrà non prima del ritorno del mio capitano e di altro mio collega di compagnia. Del nostro Enrico, che sarà oramai a casa, del vostro consolato vivere con lui, di tutto quello che racconterà ? Proprio veder lui, sentire questi racconti, partecipando di questo lieto vivere insieme è quel che mi fa la licenza desiderata: ma anche qui ci vuol la mia persona;* parole scritte non mi riescono o non mi servono. E di persona verrò e qualche giorno almeno vivrò, spero, in compagnia: e allora troveremo tutti quegli argomenti di discorso che non so trovare per una lettera. — E anche cercherò quei segni d'amore che è inutile cercare in parole di lettera. — Addio.
      Ferruccio.
      XXXV.
      [Son Floriano, 19-30 febbraio '16}.
      Cari, mi accorgo che eia parecchi giorni non vi scrivo, e penso, come dovrei pensare tutti i momenti, che il mio silenzio qui davanti a Gorizia, vi può essere una ragionevole cagione di


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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