Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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pre in piedi tra un impiego e l'altro: giri di controllo, capitanamento 'di corvées», scavo di camminamenti. Dormo quando posso, ma mi rifaccio sfogandomi a mangiare. Ripeto, non sono mai stato così bene. Se voi mi rispondete di voi la stessa cosa, abbiamo la felicità in terra. Con la fiducia nella quale, vi lascio.
Ferruccio.
XLII.
Pettina, 17 aprile '16.
Cari, le vostre lettere sono state la dólce compagnia dei miei ultimi due giorni di trincea. La dolce compagnia insieme con gli usignuoli. La notte non si dorme; ma è primavera oramai: e tra le fronde verdi è pieno di uccelletti; e di notte l'usignuolo riempie l'aria di canto, che trova orecchie tanto più aperte e animo tanto più sensibile in chi passeggia su e giù per la trincea a sorvegliar lavori, a non lasciar dormire vedette, a tenere sveglio se stesso, e in questo alcun po' deserto si sente. Le altre distrazioni sono girare un po', quando si trova modo, nel dedalo delle nostre linee: trincee, camminamenti, piazzuole; e uscirne di notte e magari anche di giorno, che non è nè difficile nè pericoloso; e di tanto in tanto tirai" qualche bomba col lanciabombe; e qualche volta
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (144/271)
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