Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      dei ladini sia uno dei miei più ardenti argomenti di interesse di Italiano, sa che cosa mi voglia dire per esso quella prima esposizione riassuntiva ed esortativa ad uso degli italiani,1) alla quale lui solo può aggiungere il pregio di una fondazione altrettanto scientificamente nuova quanto italianamente vantaggiosa, e queir altro di ima trattazioiie condotta con conoscenza degli effetti da raggiungersi, e delle vie mero adeguate per raggiungerli, presso l'altra parte in causa: presso i ladini. L'occasione e la forma idi discorso aggiungerebbero il vantaggio di un certo numero di gente, tra cui una buona proporzione di intelligente e di colta, condotta a sentire quello che forse non si degnerebbe di leggere, a sentirlo da chi sa trovare, se non in altro, una particolare efficacia nella sincerità e nella forza della sua convinzione. Se avessi tesaurizzato qualche merito nella guerra d'armi per l'Italia, vorrei valermene per pretendere dal papà che cogliesse la buona occasione per dare opera, quanto nessuno può meglio in questo caso, in quella di idee e di penna. Sicuro del buon esito della mia perorazione, ringrazio il papà in nome mio e della nostra causa. Meno sicuro sono dell'esito di alcune esortazioni che
      ') Il Ferruccio allude qui a 1311 suo lavoro sulla questione ladina ne' Grigiori)', cui stava accudendo, e di cui i frammenti rimasti si leggono nel volume In memoria, pagg. 24-43.


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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