Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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XLÌII.
Peu/iia. 1S aprile 16.
Cara mamma, ieri ho trovato tanto gusto e tanta consolazione nell'intrattenermi con voi da aver oggi la tentazione di ricominciare. Poi mi dicono che la Pasqua sia vicina, e bisogna mandar gli auguri. Poi in questo momento arriva il tuo pacco, cara mamma, e bisogna mandartene la ricevuta e le grazie. Certo i polsini eran desideri delle giornate qualche po' cittadinesche di Subida; certo la stagione è oramai tale che non desta la voglia delle bevande calde e di assai diminuisce l'utile e il pregio delle mercanzie che vanno dal fornelletto per il tè, ai dadi per brodo; ma quella s'avvicina in cui mi sarà una benedizione il tuo tamarindo; e tu l'hai indovinato, cara mamma.... Del resto non istiamo punto disagiatamente per questo verso; e io la mia fame da lupo posso assai bene soddisfarla, e la sete d'acqua saziare con buona acqua minerale. Quello che è soppresso (per me più che per altri) è il sonno; e quello che fa qualche volta grave allo spirito questa privazione, leggera come non avrei mai creduto al corpo (non sono mai stato così bene, ripeto: crepo di salute), il peso di questa vita
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (148/271)
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Pasqua Subida
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