Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      sa sola, perchè uno di noi possa aggiungere qualche cosa agli argomenti dell'altro; e questi argomenti che sono tutta la vita del mio spirito, me li avete insegnati voi: È morto in guerra, per la Patria....
      Ad animo più riposato vi riscriverò e parleremo un po' più di lui; neppure dico a voi di scrivermi di lui: sebbene voi siate oramai tutto quello che mi rimane, e lui il bene perduto, anzi appunto per questo, non posso volervi far pagare la mia consolazione in un tale discorso con lo spasimo che è per voi fermarvi a scrivere qui di quella fine.... Il mio capitano si offre di fare il possibile per farmi avere una licenza per abbracciarvi. Io non debbo più avere una volontà fuor che la vostra: ma che utile venire un giorno a piangere sconsolatamente j>er darvi subito l'altro spasimo di vedermi ripartire ? Addio.
      Ferruccio.
      XLVII.
      [Trincee del Peuma, 27 maggio '16~\.
      Miei cari, se la partenza per Milano di un messo non mi costringesse a questo segno di vita, chi sa quanto voi rimarreste senza un mio rigo: voi da me in questo momento . . . . Ahimè, sono sempre quello: e il mondo di co-


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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