Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      vita quotidiana non turbano la mia pratica spensieratezza e la mia facile accontentatura. E la letizia si effonde se soltanto ti enumero i problemi che occupano i riposi, i quali il travaglio della lettura dei giornali concede a queste laboriose giornate d'ospedale: la data dell'uscita dall'ospedale, la meta della villeggiatura (se di monte o di lago), la qualità delle frutta che mi toccheranno in sorte, i chili che ne potrò divorare senza uscire dalla decenza in una quotidiana indigestione. Con l'invidia, per la quale felicità (che tu lotrai comunicare a tutta la compagnia, dandole materia di quel che può godere un militare in tempo di guerra) ti lascio per non fare aspettare la mamma.
      Ferruccio.
      XLIX.
      [Milano, 6 9 novembre '1S\.
      Caro Enrico, da due mesi infilo l'una all'altra le giornate di ozio, ma a te non ho scritto una volta, che pure sei il mio fratello lontano in guerra. Devo chiederti perdono ? Sarebbero parole. E tu del resto conosci abbastanza i miei mali; e se io ti dico che a tanto sono giunte la ruggine dell'intelletto e l'accidia dell'animo, tu capisci tutto. Mi puoi compatire. Sai che in me questo non è segno di meno amore, solo


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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