Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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vedi ancora una volta quanto valga il mio amore e ogni mio affetto. Xon so scrivere una cartolina al fratello in guerra; non me lo rendono possibile il rovello di ogni ora, la vergogna dinanzi a me, dinanzi a lui, dinanzi alla gente di casa, e non le esortazioni di questi, e neanche l'incarico di fare un servizio alla mamma, per esempio, occupandomi con te di quelli che sono i tuoi bisogni nell'inverno di montagna e di guerra. Come bisogna che essa si occupi di tutto provvedere, così bisogna anche che lei a tutto pensi. E io dinanzi a te sono come un morto, e deve sembrarti che un po' di lontananza cancelli in me ogni apparenza di sentimento fraterno. Invece, come penso a te! Come seguo sui comunicati di Cadorna il Col di Lana! E io ancora, mi capisci, con un interesse piuttosto invidioso che ansioso. Negli occhi di papà e mamma l'ansia si legge qualche volta, invece!
Del resto la mia invidia ora può esser meno triste. Per te sono come un morto: perchè infatti sono quasi morto d'intelletto, certo tutto morto di volontà; ma di corpo sono più rivo che mai. Pensavo anche all'ultima notizia del tuo spostamento: «questo Enrico, che prediletto dalla fortuna! Mezzo il Piemonte, tutto il Cadore gli dona la vita di soldato, insieme con la guerra, e la guerra al Col di Lana.... A me invece Saronno, Nova, Nave ed un carretto
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (160/271)
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Cadorna Lana Enrico Piemonte Cadore Lana Saronno Nova Nave
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