Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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addosso!». Sebbene più le dica che le pensi queste cose. Perchè di arrabbiarmi, di disperarmi non ho forza, e ho ancora ragione sufficiente per non pigliarmela con la fortuna, e, se mai, sufficiente coscienza morale per vedere se mai una proporzione tra fortuna e meriti. In ogni modo questa fortuna non mi è stata tanto nemica che, per tornare a proposito, dopo avermi ridotto, come dicono, moribondo. non mi abbia lasciato cosi miracolosamente guarire, che io tra pochi giorni non sia per raggiungere il mio reggimento al Tonale. Così è. Gamba, braccio sono a posto del tutto: tutto quel che posso sentire, a ricordarmi le vicende per cui son passato, si è qualche innocente indolenzimento in qualche posizione. La ferita alla testa mi ha lasciato sordastro dell'orecchio destro: questa è la conseguenza più grave di tutto lo sconquasso che tu hai visto. Così, un mese prima dello spirare della mia licenza, son potuto tornare in caserma a farmi riaccogliere (e tu sai che non son io quello che possa voler fare la figura del volontario di settant'anni). Sono accolto e accolto per là dove volevo, e da un momento all'altro, oggi stesso forse, aspetto il cenno che mi faccia partire.
[.Lettera incompiuta, forse non spedita, trovata tra le carte di Ferruccio. Deve essere stata scritta tra il 6 e il 9 novembre 'lo, perchè da quei giorni datano la riassunzione di Ferruccio tra i soldati del 7." e la sua partenza per il Tonale.]
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (161/271)
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