Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      miiiamenti, pulizia di baraccamenti, di strade, di valli. Spossano a volte i soldati come quando a un plotone appena uscito da due notti insonni di trincea tocca di trascorrere la terza a zappare e vangare un camminamento ininterrottamente dalle sette e mezzo di sera alle tre del
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      mattino; opprimono l'ufficiale che a questo lavoro deve mantenere gli uomini, e che può essere il più ardente invocatore della guerra, il più intelligente conoscitore delle sue faticose necessità, il più sorridente sopportatore di ogni fatica, ma che vede gli uomini messi a questo sovraccarico di fatica non per una necessità e una urgenza della guerra, bensì perchè dall'oggi al domani si è saputo di una visita di generale che ci sarà, e il Genio preposto ai lavori gli deve dall'oggi al domani far trovare quel lavoro che fin lì aveva trascurato.... E a quest'ufficiale cui non fan perdere nè salute nè buon umore, nè, di fronte al melenso pacifismo che si vede attorno, ardore guerrafondaio il dovere rimanere lui tutta la notte a quei lavori dove i soldati si dànno il cambio, dovere lui perdere tutte le notti là dove i suoi colleghi non una o solo alternatamente ne perdono, dovere, se mai gli riuscisse di posare un giorno, rinunciare alla tranquillità del riposo, perchè insomma è l'unico ufficiale subalterno in compagnia, e deve per esempio fah! questo è un fastidio da galera!) deve perdere un paio d'ore


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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Genio