Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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trarrà argomento per farsi un'idea della mia gratitudine e della mia devozione.
Così Gliela potessi una volta provare! Così voglia in ogni modo, se mai io qualche volta Le occorra al pensiero, non disgiungere quella dal pensiero di me. Il SuoFerruccio Salvioxi.
LXL[Condino, 23 o 24 dicembre 'io].
Signor Capitano, Le mando gli auguri di Natale dagli avamposti delle Giudicane innanzi a Condino. Se Glieli posso mandare dagli avamposti lo debbo a Lei. Che io Glieli possa mandare dagli avamposti, Le dà ancora una volta la misura della perfezione dell'opera che Ella ha compiuto su di me, e della interezza, del beneficio che mi ha reso.
È vero, la guerra del mio reggimento è un riposo in confronto di quello che è guerra nelle imagini di tutti quanti non ci sono e nella realtà di quasi tutti che ci sono. Codesto di questi avamposti è il primo servizio veramente di guerra da che io sono al reggimento, e tornato ci sono ormai da un mese e mezzo. E non è un gran che gravoso e meno ancora pericoloso. E anche chi non ha avuto nei suoi
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (201/271)
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