Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      mesi di guerra una parentesi del mio genere, molto aspre fatiche e molti rischi non ha avuto da sopportare.
      Forse è del resto tale la guerra dei miei meriti e delle mie capacità. Ma in ogni modo si è sempre attorno per la montagna, là sul Tonale tra la neve, qui nelle Giudicarle sotto la pioggia, e una gamba a posto e un braccio non da invalido ci vogliono. E io li ho. La testa anche quella, — ma in verità non è grande argomento di letizia, — vale quello che valeva prima. Sicché tutta la traccia, che certo po' po' di sconquasso mi avrebbe lasciato di sé, sarebbe, se al mio rifabbricatore importa a saperlo, sarebbe questo resto di ronzante sordità all'orecchio destro. Gran cosa in verità, oom'Ella vede!
      Ora, questo ch'Ella ha fatto per me, tutto questo ch'Ella mi ha dato, ancora mi deve servire, -poi che esso può quanto non potrebbe mai eloquenza mia, lo voglio ancora far servire a dar qualche cosa del valore che essi vorrebbero ai miei auguri di Natale.
      In verità, gli auguri d'occasione hanno per sé stessi solamente il pregio di segni di ricordo in parole portesi, che in queste occasioni si scambiano; ma l'alletto, ma la devozione non isbocciano già a ricorrenze obbligate. Io, certo, anche questo segno di ricordo e questa occasione di riparlarle della mia gratitudine e


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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