Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      della mia devozione non potrei in nessun modo lasciar passare. Ma, o m'illudo ? Ella forse di me ha conosciuto tanto da sapere che il Nątale che io passo in questa guerra č il pił felice che io possa mai sperare di passare; e forse anche ha potuto conoscer me per uno che, con ogni debolezza, a certi pił elementari sentimenti, cjome la riconoscenza per tanto bene, non č freddo, e non č sordo a certe pił' imperiose voci di dovere, come quelle che partono da una tale riconoscenza.
      Da questo la mia lusinga, che Ella veramente possa vedere nei miei auguri non gią soltanto l'adempimento di un dovere di compitezza, ma sģ parole (purtroppo ancora sempre parole!) messe, nel giorno che vogliono insieme la compitezza e l'alletto, lą dove non vi ha modo di mettere opere.
      Cosģ mi fosse dato di provarmi un giorno con le opere!
      Questo augurio (si finisce sempre con l'egoismo) fa a sč per Natale il SuoFerruccio Salvioni.


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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Nątale Natale Salvioni