Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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LXIV. i)
Iseo, 8 settembre '15.
Mia cara Signorina,
i carri sono buoni a rompere gambe braccia testa degli stupidi, i chirurghi sono capaci di raggiustarli, ma nè gli uni nè gli altri di maudare in pezzi i vizii o di .'riempire bellamente i vuoti antichi. E io sono rimasto quell'antico che guardo a una lettera da costruire come a una piramide d'Egitto. E che essendo ormai tanto padrone della testa e della des;tra da un mese e mezzo, e da un mese e mezzo avendo tra le poche gioie del risveglio quella che la signorina ci è ritornata in casa, e di lei avendo nuove prove di gentilezza e segni di interesse, tuttavia contro d bisogno e il dovere di darle il benvenuto, di dirle grazie, di mostrarle a prova il mio risanamento e in-> somma di farmi, come si può da lontano, un poco vivo, invece me ne son rimasto muto e morto.!
Non chiedo scuse, perchè sono parole, e a queste vane parole dovrei finire per ridurre ogni volta quel poco che scrivo.
Dirette, questa e le seguenti, alla signorina Zina Cerni da Pano, della quale è detto in nota alla lett. XXII.
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (206/271)
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Signorina Egitto Zina Cerni Pano
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