Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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E poiché sono invece divenuto assai esperto nell'arte di ritrovare benefizi nei malanni, mi rallegrerò che durante il silenzio io sia potuto venire in un bel luogo, e ora nel rompere ,11 silenzio possa invitai- Lei in questo bel luogo, a prender di persona benvenuto, grazie, notizie. Venga, chè solo per questa via mi concederà di soffocare la mia mortificazione, senza obbligarmi a costruire una piramide. E mi concederà un piacere che la conversazione per lettera non può mai dare. E poi, dico, il luogo è bello. E c'è il lago. Ed io, che non sono più padrone con le gambe della terra, con un abbonamento al battello, sono .padrone di queste acque. E La ospiterò anohe su questi miei dominii.
Solamente, poiché anche dalla santa e benedetta e invocata guerra il Ferruccio deve avere il meno di gioie e il più di noie (non la gioia del combattere sul confine, ina la noia dell'oziare in un sobborgo di Brescia; non le pallottole degli Austriaci nella testa ma i carretti nostri; il fastìdio di aspettar tutto dal giornale, e il giornale in arrivo qualche ora più tardi....), allora parliamo di noie. Per venire fa bisogno il « passaporto per l'interno- ». Che ci si procura negli uffici comunali di San Giovanni in Conca. Bisogna che ci vada Lei di persona per farsi scoprire i connotati. E poi bisogna che preghi il Signore ed i suoi
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (207/271)
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