Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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Santi, non che i suoi strumenti terreni che sono gli impiegati, che Glielo vogliano dar presto.
Grazie e arrivederci. Il SuoFerruccio.
LXV.
[Condino] 6 dicembre 1915.
Mia cfira Signorina,
il terremoto può mettere la casa in rivoluzione (ma neanche, neanche: sono malignità delle sue donne di casa); appena però arriva in zona di guerra la sua presenza fa cadere ogni umore guerresco, così come il gesto di Gesù acquetava il lago di ITiberiade in tempesta. Che cosa sia stata la guerra navale della quale io sono stato U solo ferito, sa anche Lei troppo bene. Vado al Tonale, e la guerra di lì è anche meno cruenta e meno • faticosa di quella di Nave; tuttavia forse ancora troppo, sicché partiamo per Storo, dove, muovere un braccio in atto di lavoro sarebbe delitto come cogliere la spiga in giorno di sabato. E ora che da Storo anche ci siamo mossi per venire avanti qualche chilometro sulla strada di Condino, continuiamo nel medesimo fervore di opero-
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (208/271)
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