Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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lana; del resto qui pochissima roba basta, perchè, non sudando, poco si sporca e del resto lavarla è un'ardua impresa. Da quando sono arrivato non mi sono ancora svestito; quando mi caccio nel sacco di pelo levo solo le scarpe, qualche volta anche la giacca.
Vi scrivo a più riprese quando e come posso, e quindi mi perdonerete se salto di palo in frasca e se sono un po' sconclusionato. L'unico posto dove si possa stare a scrivere è (fin tanto almeno che non siano compiuti i miglioramenti del mio buco, ai quali attendono ora sotto la neve alcuni soldati) è un altro buco, rivestito però di assi e dotato di un caminetto, che potete chiamare mensa, sala convegno, circolo ufficiali. Questo buco però è così grande che ben di rado si trova il modo di stendere il gomito per scrivere con un poco di comodo. Ora finisco e vado a vedere come procedono i lavori della mia grotta.
Tante cose belle e non belle vorrei dirvi, che non conviene e forse non posso scrivere! Mi congratulo col Ferruccio, che ancora una volta ringrazio della sua cara lettera,*) della sua guarigione a tutto vapore.
Un bacio dal vostroEnrico.
') Cioè della lettera da Brescia del 25 agosto num. XLVIII.
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (226/271)
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Ferruccio Brescia
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