Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      dizioni nostre, ma orribile l'umido! Noi lo sappiamo che nei giorni passati abbiam condotto una vitaccia che forse non ci toccherà mai più di vivere, durasse la guerra dieci anni ancora. Eppure non siamo che in un bosco riparato sotto capannoni improvvisati coi rami di pino, " tutti pieni di ghiaccioli! Fuochi non se ne dovrebbero accendere per non tirarci addosso il fuoco delle artiglierie; non giunge ai soldati nulla di caldo, ed il termometro rimane sempre parecchie lineette sotto lo zero. Noi ufficiali riceviamo una mensa fredda, abbastanza buona, anzi alla sera un poco di minestra calda; ci facciamo delle buone cioccolate e in mancanza d'altro ci riscaldiamo lo stomaco con qualche bicchierino di liquore cordiale, e poi abbiamo il sacco a pelo, e quando c'è questo, c'è la felicità! — Miei cari, non vi preoccupate per me, non state in pensiero, io trovo da star bene in ogni luogo ed in ogni condizione .,
      Enrico.
      XXIV.
      [Dal Livinalese] 16 novembre '15.
      Mio caro Ferruccio. Per volerti scrivere più a lungo corro il rischio di non scriverti mai, sicché così di fretta e in furia ti mando questa cartolina; e del resto è da te che si debbono


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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