Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
XXVI.
[Dal Livinalese] 25 novembre '15.
Carissimi.............
. . . . Seguitiamo il nostro tran-tran. Il bosco si copre di una rete di stradicciole, si riempie di baracchini, ma perde ogni giorno, ogni ora gran numero dei suoi alti figli. Poveri boschi quando in mezzo alle loro piante si stabiliscono dei soldati! Poveri ufficiali che devono continuamente girare e sbraitare perchè non scoprano, a furia di abbattere, gli accampamenti, le trincee, le batterie! Novità: una graticola di mia costruzione che ci permette di riscaldare le numerose «carnette» della mensa, di prepararci delle succolente cioccolate e persino di friggerci delle uova. — Continua a tirare il solito vento di tramontana, al quale andiamo debitori del sole e dell'asciutto; io gironzolo tutto il santo giorno per la sorveglianza delle varie squadre che attendono alla costruzione le une delle baracche e delle strade, le altre di una linea di trincee. Assai volontieri mi porto al margine del bosco da dove si domina la testata di questa valle, chiusa in fondo da un imponente massiccio rassomigliabile a una grande sella, dalle enormi pareti di roc-
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (247/271)
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Dal Livinalese
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