«Così Crocco già umile pastore Dai briganti promosso generale Sconta in galera lo già fatto male».
Il lavoro| edito dal mio amico capitano Massa| sarà letto con grande avidità nella nostra provincia ed anche nelle altre limitrofe. Ed egli| il Massa| lo fa seguire da tante note che commentano lo scritto del bandito| lo chiariscono in molti punti oscuri| facendo la luce su altri evitati dal Crocco con arte e raffinata menzogna. La lettura della autobiografia| non stanca| anzi appassiona| perché| come ho detto| contiene pagine splendide| episodi sorprendenti| determinazioni e provvedimenti istantanei per la difesa| considerazioni sociali| e più di tutto ironia lenta| continua| caustica| ma qualche volta volgare pel caduto governo borbonico. Ed egli| mentre non fa nomi| pur bolla di fiere parole i colpevoli ed i tristi che lo incoraggiavano alla reazione| che iniziarono con lui pratiche perché colle sue bande sollevasse le popolazioni| che ricevettero da lui migliaia e migliaia di scudi segretamente ed afferma che potrebbe con una parola fare arrossire molti di vergogna. E mentre ha parole così roventi| si arresta| e| fedele al giuramento fatto sulla memoria di sua madre| dice: «non si allarmino i compromessi| io non parlerò| i loro nomi moriranno con me». E mantiene la promessa| perché| come ho detto| il Crocco non fa nomi.
Nella invasione di molti comuni| nei quali si crede veramente un generale| emana ordini| minaccia confische| nomina sindaci| capi-urbani| ma non tralascia mai il furto. Occupa sempre la casa dei Signori| nei quali| se fa salva la vita| non lascia il ricatto.
È il vero caso di dire: «Grattate il russo e troverete il cosacco». Ed egli contorna spesso di generosità la ladroneria e la giustifica| ora colla necessità dell'impresa| ora per volere della masnada.
Eppure le sue prime condanne furono sempre per furto; e perciò egli non potè' fare ed avere grandi proseliti. La bandiera borbonica copriva quella della ladroneria| quella degli incendi| delle stragi| delle devastazioni| e se nei primi momenti| invadendo comuni| potè' far credere che il Borbone rientrava con le armi
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