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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   austriache| se potè' per un pezzo trovare protezione presso coloro che dei Borboni erano creature| quando tale credenza e speranza svanirono| dell'uomo politico non rimase che il feroce bandito ladro.
   E doveva perciò come tale| finire. E sarebbe stato realmente fortunato| se una palla gli avesse fracassato il cranio in uno dei tanti combattimenti successi nell'inizio delle sue gesta| perché sarebbe morto| se non con onore| almeno^circondato da una leggenda di coraggio e di fede verso un re caduto. Ed egli| quasi ad aggraziarsi l'animo dei lettori| rinnega nella sua autobiografia| scritta circa trent'anni dopo| quella leggenda di fede al Borbone per la quale in molti paesi fu principe e dittatore per poco tempo| come giustamente dice il Panirossi.
   E quando egli oggi stesso la deride| delle sue gesta passate non restano che le memorie di un ladro feroce| di un assassino volgare.
   In questa mia pubblicazione non scendo al dettaglio di tutte le gesta del Crocco| né potrei accettare i tanti racconti che egli fa dei vari scontri avvenuti con truppe o nazionali| giacché molti di questi da lui narrati| non mi sono risultati da documenti o notizie assunte ed altri| se anche veri| sono completamente esagerati e descritti come realmente non avvennero. Perciò io mi limito ai fatti principali| ed a quelli che mi risultano da documenti scritti| da corrispondenze dei giornali dell'epoca| da persone ancora viventi| e soprattutto dai miei ricordi| che costituiscono una vera ed esatta cronistoria del brigantaggio nelle nostre contrade. Ho voluto rintracciare e rilevare i fatti più salienti del bandito non senza presentarli con tutte quelle circostanze di tempo e di luogo che li accompagnarono. Io parlo del Crocco sotto il punto della sua delinquenza| e non nei fattori della stessa| e lascio che altri| di me più competenti| potessero studiare l'individuo dal lato di psichiatria forense.
   E se un giorno potrò rendere di pubblica conoscenza tutti i moti del Melfese| mi sarà forza ritornare sul lavoro del Crocco e smentire le tante bugie da lui| con ridicolo sussiego scritte| addebbitate a comuni| a famiglie| a nomi completamente estranei alla cospirazione borbonica| e che furono coinvolti per opera di
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