unico lavoro| per maggiormente vagliare tutti i suoi racconti e tutte le sue ferocie. Ed i miei concittadini| e coloro del Melfese che avranno letta l'autobiografia di Crocco| se vorranno concedermi la benevolenza e l'onore di leggere questo mio scritto| si persuaderanno non essere vero l'asserto del Crocco a pagina 39| e cioè ch'egli «sperava sorgere a vita nuova| riacquistare quella libertà perduta per l'onore della famiglia» ecc. ecc.| ed acquisteranno il convincimento che per Crocco non vi era altra bandiera se non quella del furto| sempre il furto| e non altro che il furto.
Il brigante politico è una menzogna| giacché pel re espulso egli non ha se non la bassa ingiuria e la villana impertinenza.
Ciò premesso| passo alla narrativa dei fatti.
Il capitano Massa| in data 24 aprile 1902| mi scriveva: «Il Crocco nella sua autobiografia dice che il 19 marzo 1849 andò soldato| e che prestò servizio per 42 mesi.
«Egli soggiunge che da Gaeta ove trovavasi di guarnigione| ebbe notizia che certo don Peppino... di Rionero| avesse cercato sedurne la sorella| e che a tale notizia divisò disertare 'Avevo una pendenza di onore| continua il Crocco| la risolsi con una sfida al coltello e poscia fuggii da Gaeta| riuscendo a giungere incolume a Rionero| dove uccisi il seduttore di mia sorella'».
Ed il Massa| ben a ragione| diceva essere questo un punto oscuro del Crocco| e dallo studio del processo e dalle notizie assunte dai contemporanei del suo paese| come nel Municipio| mi è risultato essere completamente falso. E un'asserzione gratuita del bandito| che| per non classificarsi ladro| e condannato come tale| inventa una storia d'onore| la crea con tutte le forme della fantasia| la dipinge minutamente e cerca contornarla talmente bene da crederla quasi egli stesso. E si appassiona a questa sua credenza| e la costituisce come base di tutti i suoi delitti.
Ed infatti| nei duecento e più volumi depositati nel grande Archivio di Potenza| e che riguardano il brigantaggio| la reazione del Melfese| e sopratutto le gesta di Crocco| al volume I| anno 1861| pagina 7| si trova la seguente deposizione| che porta la firma del Crocco:
Giudicato Regio di Cerignola| n. 126. L'anno 1861 il di 31 gennaio in Cerignola. Noi Francesco Racchia| giudice Regio di
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