autori più responsabili di tanta sventura| è descritto altrove: Reazione del 1861. Crocco rimase in Venosa tre giorni| mettendo a ruba le pubbliche casse e le case di parecchi cittadini. Non voglio però lasciare Venosa| senza riprodurre qui le notizie circa le vittime| che io| per esteso| ricavo dalle mie memorie. In Venosa furono barbaramente trucidati tre individui. La casa| direttamente e immediatamente presa di mira| fu quella del venerando patriota dottor Francesco Saverio Nitti| nonno dell'attuale illustre prof. Francesco Saverio| padre del garibaldino ed indefesso persecutore del brigantaggio| signor Vincenzo Nitti. Non la ricchezza incoraggiò il sacco ed il fuoco contro casa Nitti| ma esclusivamente il colore politico. Il Nitti non aveva nemici| anzi era popolarissimo e rispettato| ma questo non lo salvò dalla premeditata strage.
Ed il vice pretore Frusci| nella relazione sui fatti di Venosa| diretta al Procuratore generale in Potenza| così si esprime riguardo al Nitti:
«Veniva qui designata a maggior vendetta la casa del medico dottor Francesco Nitti| i cui figli si erano mostrati molto entusiasti nel nostro politico risorgimento. Ai colpi di scure per aprire la porta| si faceva sulla soglia il venerando vecchio ed in un subito veniva prostrato al suolo con un colpo di scure sulla testa| accompagnato da colpi di fucile e restava cadavere. Gli fecero maggiori sevizie e si depredò quanto nella casa si trovava».
Il saccheggio di casa Nitti| naturalmente| eccitò l'istinto di rapina degli invasori e della plebe| e fu così anche in altre case| delle quali si occupa anche la relazione Frusci| vennero assalite a fin di bottino. Il signor Camillo Battista nel suo libro: Reazioni e brigantaggio in Basilicata| espone minutamente i fatti di Venosa| e addita le persone e i fattori principali della reazione| dei quali mi occupo anch'io nelle mie memorie.
Il secondo ucciso fu un certo Antonio Ghiura| un uomo onesto e buon agricoltore. L'orda brigantesca si era fermata circa un chilometro da Venosa| forse in attesa di ordini e di notizie dal paese. Al povero Ghiura| che si recava di solito in campagna| imbattutosi in quegli armati| fu intimato il solito «Chi Viva» ed il poveretto| scambiandoli per guardie cittadine| rispose «Viva
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