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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   rilevo le calunnie| le spudarate menzogne da lui descritte nella autobiografia sul conto dei Melfitani| e il modo di come egli entrò in Melfi.
   Solo qui| per debito di giustizia e per la verità| sento l'obbligo di dire che in Melfi non vi furono vittime| e che se il signore| presso il quale Crocco ed altri erano ospiti| avesse ascoltato dei consigli a lui dati| il mattino del 17 aprile 1861| Crocco ed i suoi si sarebbero trovati cadaveri in quella casa.
   Ma egli non volle accettare di far compiere l'assassinio nel suo palazzo| tanto più che| avendo egli celermente interrogato| con un corriere a nome Angelone| un suo intimo amico di Rapolla| questi gli rispose: «Forse vi salvereste| ma sareste un complice di assassinio di dormienti». E quel signore| che da oltre un ventennio dorme il sonno della morte| e che era un uomo studioso| dove' in quei tristi momenti ricordare Macbeth e Re Duncano: «Tu non più dormirai| Macbeth... Macbeth non uccidere il sonno... l'Oceano intero potrà egli lavare questo sangue e cancellarne l'impronta?». Ed egli inorridì a compierlo ed i capi di quei tristi| che erano Crocco| Ninco-Nanco| Romaniello| Caruso| D'Amato| il francese Langlois ed altri| furono salvi. Crocco| con onori sovrani| rimase in Melfi tre giorni| e ne uscì il giorno 18| dirigendosi ad invadere Monteverde. Carbonara| Calitri| in provincia di Avellino| portando da Melfi la somma di oltre ducati 30.000.
   Sulla invasione di questi comuni| credo di fare cosa esatta riportare dal Corriere Lucano| anno I| n. 12| e dal giornale L'Irpino| una estesa e dettagliata relazione| datata Pescopagano 30 maggio 1861| fra i documenti al n. I| ed i lettori ne vedranno l'importanza e l'esattezza dei giudizi dati sui fatti che narra| e sulle persone che li compivano. E avrò occasione di parlare più avanti di questo benemerito cittadino e dei servizi da lui resi alla patria ed alla causa nazionale. Del pari pubblico al documento n. II il proclama diretto ai cittadini di Melfi dal sotto-prefetto Decio Lordi| non appena rientrò in Melfi.
   Intanto il Governo aveva già incominciato a spedire le truppe ed il 2° battaglione del 30° reggimento fanteria| brigata Pisa| comandato dal maggiore Bergonzini| si diresse a Potenza| men-
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