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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tre due compagnie dello stesso| comandate dai capitani Di Gennaro e Tarugi| per la via Bella-Atella| giungevano a Rionero| ove trovavasi| col drappello delle guardie nazionali di Melfi| il sotto-prefetto signor Decio Lordi. Il mattino del 16 aprile| queste due compagnie del 30° con guardie nazionali di Sanfele| Muro e Bella attaccarono i briganti sulle alture di Barile. La lotta fu aspra e feroce perché i briganti non cedevano| ma alla fine disfatti alle falde del Vulture| scesero| comandati da Luigi Romaniello| in Barile.
   Allora il movimento politico degenerò in incendi| saccheggio| furti| rapine| poiché i briganti| riuniti a diversi paesani| incendiarono le case di don Giuseppe Gioseffi| dei signori Cittadini ed altri; e quando la truppa discacciando i briganti occupò Barile| le case incendiate ancora fumavano| ed i morti e feriti furono non pochi. Su questo attacco| Crocco interrogato dal Presidente della corte d'Assisie| cav. Fava| rispose in questi termini:
   «Nell'epoca da voi accennata (16 aprile) fu un fatto notorio che nei comuni di Barile| Rionero| Rapolla| Melfi e Ripacandida| siccome erano insorte le popolazioni di Lavello e di Venosa. Io mi trovava in Melfi| ove si era costituito un pasticcio di governo| nel quale ciascuno pretendeva di avere i primi impieghi| ed il capo Langlois era disperato di non poter accontentare tutti. Per lo che nel giorno 16 lo stesso Langlois spedì in Barile le bande comandate da Ninco-Nanco| La Rotonda| Romaniello e D'Amato| per impedire che i Regi (le milizie italiane cioè) vi fossero entrati. Durante quel giorno vi fu un accanito conflitto tra i Regi e i briganti| che a vicenda| due o tre volte| rimasero padroni di quel comune| ove nella notte| furono commesse delle devastazioni e dei saccheggi. Io però trovandomi in Melfi| non presi| né poteva prendere alcuna parte a quei conflitti ed ai fatti che ne susseguirono. Le devastazioni ed i saccheggi poi non furono commessi dai briganti| i quali non avrebbero avuto l'opportunità ed il mezzo di portare con loro le cose saccheggiate. Fu la plebaglia di Barile e di tutti gli altri paesi| in cui avvennero le reazioni| che| profittando della circostanza| saccheggiava| incendiava ed uccideva per isfogare inimicizie| le quali i briganti non pote-
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