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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mai vi fu asilo più sicuro pei briganti| come il bosco di Lagopesole| e la stampa di quell'epoca| 1861| l'additava con raccapriccio alle autorità civili e militari: «in nome di Dio| scriveva il Corriere Lucano del 6 e 12 giugno| ricordiamo alle nostre autorità civili e militari l'importanza terribile del castello di Lagopesole. Quivi è il covo diletto dei briganti| i quali devono trovare tanto di protezione colà| presso quelle capanne| in quanto che ivi abita la famiglia del famigerato Ninco-Nanco. In nome di Dio| ripetiamo| si metta un presidio di forza| o non sappiamo cosa potrà avvenire».
   Intanto continuavano gli attacchi e da Potenza avanzava un battaglione del 40° reggimento fanteria| unitamente a molti di milizia mobile| si scontrarono a poca distanza dal castello di Lagopesole coi briganti tra il 14 ed il 16 giugno. Essi erano comandati dal Crocco in numero di 5 in 600| la maggior parte dei quali a cavallo| e vi fu tale conflitto| fu così potente l'audacia brigantesca| che la truppa dovè arrivare sino alla baionetta. Dei briganti ne morirono venti ed un prigioniero fu fucilato il domani ad Avigliano. Questo fatto ed il numero sempre cerescente delle bande brigantesche impensierivano le autorità locali| ed il terrore aumentava in queste contrade da un momento all'altro. Sicché fu necessità aumentare le truppe nel Melfese; ma mentre ciò succedeva| i briganti| del pari| crescevano di numero| e si aggiravano a migliaia nelle campagne e nei boschi; e quando i soldati andavano da un punto all'altro| da un paese ad altro| camminando incerti e non sicuri su vie ai comandanti ignote| fra gole| foreste e sentieri sconosciuti| i briganti invece| conoscendo bene le località| ed aiutati da spie| sapevano sorprenderli. E quasi non vi fu giorno| dai primi di settembre all'inizio dell'inverno 1862| che non succedeva un attacco. Importante| infatti| fu quello avvenuto nella masseria Gaudiano| in tenimento di Lavello| il 16 ottobre 1861. Questa tenuta| completamente piana| estesa per centinaia e centinaia di ettari| ricca di boschi sempre verdeggianti e ben conservati| si estende da un lato sin sotto Cerignola| dall'altro sin sotto Minervino e Lavello. Da questo paese erano usciti il 3°squa-drone dei lancieri Milano| comandato dal capitano Mandini| un distaccamento del 62° fanteria agli ordini del capitano Morelli|
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