Chiesa. Crocco era padrone di vasta zona della provincia| aveva proseliti in ogni comune| era il terrore dei commercianti| ai quali ogni strada era chiusa| in specie per recarsi a Napoli| qualora Crocco non l'avesse permesso. E così pure accadeva pei grandi proprietari| o coloni di vaste ed estese masserie| ai quali un semplice biglietto di Crocco per aver denari| vitto ed armi| era più che sufficiente a gettarli nel terrore| e quindi accontentarlo per non subire incendi o distruzione di animali| come pecore| vacche| cavalli ed altri. E questi biglietti-ricatti sono in parte esistenti in processo| in parte mi sono stati comunicati da egregi amici| della cui esattezza e verità non posso menomamente dubitare. Ed a titolo di curiosità e di scrittura| io li riporto in parte fra i documenti al n. III.
E gli ordini di Crocco erano imperativi| e se non eseguiti| la morte ed il fuoco erano la conseguenza. Ed i poveri proprietari| o dovevano sottoporsi alla volontà del bandito| per scansare il pericolo di essere fucilati dalle truppe dei manutengoli dei briganti| o resistevano alle pretese del Crocco ed altri capi| ed in questo caso la loro vita e la loro proprietà erano più che compromesse. distrutte. E come ho detto già sopra| nel processo Crocco si trovano parecchi di questi biglietti-ordini| tanto del capo brigante| come di altri. Nel volume 23| pag. 39| per es.| se ne trova uno| diretto al signor Luigi Pastore di Melfi| così concepito:
«Sig. Luigi Pastore - Melfo - Pastore costà| subito la somma di ducati 400| ma col disbrigo| o fuoco».
E nel suo interrogatorio| a pagina 40 a 43| riconosce ed accetta come suo il sopra detto ordine| come tanti altri a diversi proprietari. Ma in questi ricatti non era solo il Crocco ad ordinarli| anche Ninco-Nanco| Tortora| Palmieri ed altri ne facevano. E anzi il Crocco era molto più generoso| in ispecie quando i ricattati fossero state persone a lui note| o suoi benefattori. Ed infatti| nel carico 25 del suo processo| trovasi la deposizione del ricco proprietario di Atella| signor Pasquale Saraceno| e che è la seguente:
«Nel settembre del 1861| scendendo da Rionero per andare ad Atella| fui sorpreso da 37 o 38 briganti comandati da Ninco-Nanco. Non appena mi ebbero fra le mani| fui conosciuto| e
137