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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Lagopesole. Quivi| pensando gli errori che si commettevano nelle reazioni dei diversi paesi| senza speranza di alcun utile risultamento| perché invano sino a quel giorno si erano aspettati gli Spagnuoli e gli Austriaci che Borjés diceva che dovessero venire in questa provincia a migliaia| io consigliai tutti i capi-banda ad abbandonare questo avventuriero ed a dividerci come prima in piccole bande. Né io solo era scontento dell'operato di Borjés| anche il francese Langlois che divideva le mie opinioni| più di una volta esclamava: «a che servono queste uccisioni e queste stragi che senza alcun profitto ordina il generale Borjés? Si diletta a far occupare i paesi per farli poi rioccupare il giorno appresso dai soldati. Qual è il suo scopo? perdiamo inutilmente nostri uomini e ci procuriamo l'odio delle popolazioni'. Ma quel generale Borjés era veramente un uomo inetto»3.
   Nel bosco di Lagopesole riordinarono le bande| le quali mossero alla volta di Bella il 22 novembre. La popolazione potè' resistere alla invasione per quattro ore di seguito| ma finalmente la città fu occupata. E nel processo Crocco si trova così narrato: «Nel novembre dello stesso anno 1861| Carmine Crocco a capo di una numerosa accozzaglia di circa 700 malfattori| avendo stabilito di invadere il comune di Bella per delinquervi contro le persone e la proprietà| nel 22 detto mese aggrediva la città. Non pochi generosi allora| per scongiurare le stragi e le devastazioni che quell'orda feroce era solita di commettere| cercano di respingerla con la forza; ma sopraffatti dal numero| non poterono a lungo resistere| e la masnada penetrò nelle mura e perpetrò stragi| incendi e saccheggi. Invero vennero messe barbaramente a morte undici persone| cioè i fratelli signori Agostino e Gaetano Celentano| dopo aver rubato lire 4000 nella loro casa| e questa poi completamente saccheggiata| fu ucciso Agostino Natiello e dato il sacco all'abitazione di lui; fu assassinato Pasquale Abbamonte| vennero sacrificati Luigi Panza| Carmine Jannetta| l'usciere della Pretura signor Giuseppe Di Giovanni| il signor Francesco Bruni| Angelo Maria Panza| Vincenzo Vetromile e Maria Tuciello| appiccando il fuoco alle case di altri 83 cittadini»4.
   Tutte queste vittime appartenevano alle famiglie più distinte del paese| ed avevano preso parte attiva al risorgimento italiano.
   1 Al