Lavello. Egli si credeva già salvo e sicuro quando| a pochi chilometri di distanza| vede sulla nazionale una grossa colonna di cavalleria. Era uno squadrone di cavalleggeri Lucca uscito da Lavello per incontrarlo e respingerlo nei piani dell'Olivento o dell'Ofanto| ove avrebbe incontrato i bersaglieri del Serra ed i cavalleggeri Monferrato. Astuto ed accorto qual era| capì| non appena vide i cavalleggeri| che la sua posizione e quella dei suoi era insostenibile| quindi divise immediatamente la masnada in quattro o cinque bande| ed ognuna in direzione opposta raggiunse il bosco o cerro di Venosa| quello del Tartaro e di Ripacandida| passando quasi sotto Rapolla. Al bosco di Ripacandida si diresse proprio il Crocco| quando a metà via vien sorpreso da un altro distaccamento cavalleggeri Monferrato| comandato dal tenente Ieraceschi. Il tenente lo attacca| uccide due briganti| prende tre cavalli e molte munizioni| ma Crocco si salva e raggiunge il bosco di Ripacandida. Anzi fu ritenuto che si fosse ricoverato proprio in quel paese| e di questa ipotesi io mi occupo altrove.
Passarono 8 o 10 giorni e di Crocco più non si parlava. Chi lo diceva morto| chi ferito e ricoverato in qualche casa di protettori. Questa ipotesi però trovava molti diffidenti| sapendosi che Pallavicini ed i comandanti le sotto-zone non accordavano quartiere ai manutengoli. La pena della fucilazione incuteva terrore| tanto più che i giudizi erano sommari e fatti da soli militari. La mattina del 7 luglio| invece. Crocco con 40 briganti a cavallo riapparve sul ponete di Cerasale. Ma una compagnia di bersaglieri| uscita da Lagopesole| lo assale| e| coadiuvata da altra dell'I 1° fanteria| sopraggiunta da Atella| insegue Crocco dal ponte di Cerasale sino a S. Ilario. Per più di due ore durò l'inseguimento| ma presi i briganti alle strette| si ritirarono nel bosco Madonna di Pierno| lasciando 5 morti.
Il 9 luglio| succede altro attacco a Toppo De Cillis con l'll° reggimento fanteria e 16° bersaglieri. I briganti sono battuti| e si internano nei boschi. Pareva che Crocco non pensasse più a ritornare in Puglia o nella valle dell'Ofanto| quando il mattino del 25 luglio 1864| un dispaccio del comandante la sotto-zona di Lacedonia| maggiore Barbavara| avvertiva il generale Pallavicini che il brigante Schiavone si era diretto coi suoi a ponte S. Venere|
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