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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
I briganti si videro perdati: grida| imprecazioni| bestemmie| pianti ed un miscuglio di voci che inorridivano. In avanti galoppava a loro volta la cavalleria| indietro ci era Giusiana e l'Ofanto. Si salvi chi può| fu il grido di uno e di tutti| ed immediatamente quella compagine si scioglie| si sperpera| i buoni cavalli fuggono a dritta in direzione di Canestrelli| altri fuggono verso l'Ofanto| altri si nascondono dietro grossi covoni. Ed i cavalleggeri avanzano| avanzano a tutta corsa in mezzo ad un mormorio d'armi e d'armati; già partono i primi colpi di moschetto| qualcuno cade| altri è ferito e bestemmia ed impreca contro Dio| altri è sbalzato di sella. Ali'infuori delle grida e delle imprecazioni dei masnadieri| parve che la cavalleria non avesse più di fronte quelle iene armate| ma che invece combattesse contro dei morti. Erano teste fracassate| erano braccia che restavan pendenti a qualche muscolo| erano occhi che schizzavano dalle orbite| era cervello che usciva dal cranio. E non più il moschetto| ma la sciabola e le zampe dei cavalli portarono lo sterminio fra quella masnada. E poi incominciano ad inseguire i fuggenti. Di questi| parecchi precipitano nell'Ofanto| che in quel punto ha la corrente sottoposta di 6 o 7 metri al livello stradale| e venivano dall'acqua trasportati o sommersi; altri| paurosi di gettarsi in essa| eran tagliuzzati e finiti dai cavalleggeri| e pochi potettero salvarsi| avendo buoni cavalli| verso Canestrelli.
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