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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I briganti si videro perdati: grida| imprecazioni| bestemmie| pianti ed un miscuglio di voci che inorridivano. In avanti galoppava a loro volta la cavalleria| indietro ci era Giusiana e l'Ofanto. Si salvi chi può| fu il grido di uno e di tutti| ed immediatamente quella compagine si scioglie| si sperpera| i buoni cavalli fuggono a dritta in direzione di Canestrelli| altri fuggono verso l'Ofanto| altri si nascondono dietro grossi covoni. Ed i cavalleggeri avanzano| avanzano a tutta corsa in mezzo ad un mormorio d'armi e d'armati; già partono i primi colpi di moschetto| qualcuno cade| altri è ferito e bestemmia ed impreca contro Dio| altri è sbalzato di sella. Ali'infuori delle grida e delle imprecazioni dei masnadieri| parve che la cavalleria non avesse più di fronte quelle iene armate| ma che invece combattesse contro dei morti. Erano teste fracassate| erano braccia che restavan pendenti a qualche muscolo| erano occhi che schizzavano dalle orbite| era cervello che usciva dal cranio. E non più il moschetto| ma la sciabola e le zampe dei cavalli portarono lo sterminio fra quella masnada. E poi incominciano ad inseguire i fuggenti. Di questi| parecchi precipitano nell'Ofanto| che in quel punto ha la corrente sottoposta di 6 o 7 metri al livello stradale| e venivano dall'acqua trasportati o sommersi; altri| paurosi di gettarsi in essa| eran tagliuzzati e finiti dai cavalleggeri| e pochi potettero salvarsi| avendo buoni cavalli| verso Canestrelli.
   Un vecchio proprietario degli Abbruzzi| a nome Polini| che aveva in quelle contrade grosse mandre di pecore| mi raccontò| molti anni or sono| questa tremenda scena di sangue| ed io gli prestai tutta la mia fede| perché quasi identicamente mi era stata raccontata dal tenente Putti. Ed il Polini mi aggiungeva che| all'indomani| 26 luglio| diedero| in onore di S. Anna| sepoltura a 19 briganti spenti| nel giorno precedente| dalle sciabole dei cavalleggeri o dalle zampe dei loro cavalli.
   Intanto Crocco| Schiavone| Volonini ed altri| non avendo più a fronte i bersaglieri| e non essendo più inseguiti dal Giusiana| giunti al passaturo Canestrelli| potettero liberamente passare l'Ofanto| che| in quel sito| forma un letto molto vasto| e raggiungere le così dette Alvanelle di D. Lodovico Araneo| irte di spine e roseti. Queste Alvanelle| all'epoca| di cui parlo| formavano|
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