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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   chiara| ordinata e sicura. Non è andato a scuola| ma durante la sua vita di pastore| un po' tra sé| un po' aiutato da qualche compagno| imparò a leggere e scrivere in qualche modo| da potere esprimere dialettalmente i suoi pensieri sulla carta| facendosi comprendere molto bene. Che anzi egli ha potuto così scrivermi tutta la storia della sua vita| prezioso documento che poi ho smarrito| per colpa non mia».
   E qui dò termine a quanto io avevo preparato. Debbo però dichiarare che del Crocco ho riportato semplicemente i fatti più salienti della sua vita brigantesca| tralasciandone altri minori| tralasciando altri scontri| nei quali purtroppo vi furono vittime gloriose di nostri soldati. Egli che| come abbiamo detto| tenne per quattro anni la campagna con una astuzia ed un ingegno veramente non comuni| a quando a quando scompariva per qualche mese| anche per medicarsi le ferite riportate| e| quantunque lui assente| pure la comitiva continuava a portare il nome del Crocco. E così successe per il tenente Enrico Pizzagalli dei cavalleggeri Saluzzo| il quale| inseguendo| nel 20 marzo| nelle Murge di Minervino| una banda| fu ucciso da una scarica fatta dai briganti del Crocco dietro un muro. Il capitano Addone dei lancieri di Milano| il cappellano militare dello stesso reggimento| Gaspardone ed il chirurgo Gardone furono assassinati il 29 ottobre del 1861 dalla banda Crocco presso la cappella dell'Incoronata nelle vicinanze di Foggia. Crocco era sempre il capo| quantunque| in certi momenti| si trovasse assente.
   Eppure lo stato numerico delle forze nelle nostre provincie era imponente| giacché la totalità dei corpi combattenti o frazione di essi era di 85.940 uomini| mentre le forze mobilizzata ammontavano a circa 65.875| come risulta dalla Relazione d'inchiesta sul brigantaggio| a pag. 87. Queste forze erano ripartite in parecchie zone o sotto-zone militari| i cui comandanti avevano piena libertà d'azione nelle operazioni contro il brigantaggio. In queste forze erano compresi 7 reggimenti di cavalleria| cioè i lancieri Montebello| i lancieri Aosta| i cavalleggeri Lucca| gli usseri Piacenza| i cavalleggeri Saluzzo| i lancieri Milano| i cavalleggeri Lodi; e tutti stanziati in Capitanata| nel Salernitano| nella provincia di Potenza| di Bari| Lecce| Caserta e Benevento. E
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