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L' UOMO IN FAMIGLIA.
[CAP. XI.]
Una esistenza tutta data agii affari, a poco a poco deteriora e irrigidisce il carattere. Chi mena una simile vita, di consueto non sa pensare che a sè, non sa curarsi che del proprio utile, e star in guardia contro gii altri, che non gli abbiano a tendere inganni. Per tal modo, senza avvedersene, si diventa sospettosi e gretti. Il miglior antidoto a questo stato è sempre la vita domestica, la quale distrae la mente dai perpetui pensieri di solo guadagno, e sviatala da quell' uggioso sentiero su cui sempre stava, la trasporta nel santuario della famiglia, ove trova sollievo e riposo : « Ov' è la più sincera, la più rara luce di gioia sociale, che possa splendere suil' uomo gravato di molte cure. »
« GT interessi materiali (dice Enrico Taylor) menano guasto intorno agli accessi del cuore, mentre il matrimonio ne presidia la cittadella. * E ogni qualvolta la mente è occupata da pensieri ambiziosi, o di materiali interessi, se il cuore è vuoto di dolci affetti e di simpatie, la vita potrà bene esteriormente sembrar prospera, ma in realtà esser tutt' altro, cioè una vera ruina.1 Il carattere che un uomo ha realmente, appare sempre meglio neir interno della sua casa, che non altrove ; e colla direzione che quivi esercita, fa conoscere il suo accorgimento, più che in ogni altra maggior azienda, o nella vita pubblica. Siano pure tutti i suoi pensieri
1 Arturo Heips, in uno de' suoi Saggi, ha detto molto sapientemente ; « Vedete un uomo ohe si fa ogni giorno più ricco, o che sempre sale più in alto, o che acquista sempre maggior fama nella sua professione: e vi pare che sia fortunato. Ma se nella sua casa non vi è regola, se nella sua famiglia non vi è vincolo di amore ; se i domestici che lo hanno lasciato (e forse ne ha avuti più che non possa ricordare) pensano ai giorni passati con lui come a un tempo infelice, nel quale non udirono mai parola benigna, nè videro atto cortese; io asserisco che guest' uomo è tutt' altro che fortunato. Qualunque prosperità possa avere nel mondo, non si dimentichi eh' egli si è lasciata dietro, senza prenderla, una grande fortezza. Non può essere senza esitanza proclamata felice la vita di colui, che non ha saputo circondarsi di frutti della propria benevolenza. Quand' anche una tal vita sia stata gloriosa per molti aspetti, vi mancherà però sempre il calore centrale dell'affetto, quel nido di domestica beatitudine che si forma intorno al cuore dell' uomo buono. » — Claims of Lalour.