[CAP. XI.] MASSIME AUREE NEL MATRIMONIO. 315
ed altri, in numero maggiore, perchè non vi recano la loro parte di giocondità, di benevolenza, di compatimento e di ragionevolezza. L immaginazione di costoro si forma probabilmente l'idea di uno stato di vita, come non ha mai esistito sotto il cielo; e quando si vedono innanzi la realtà, coi fastidi e le cure che sempre l'accompagnano, par loro come di svegliarsi all' improvviso da un bel sogno. Oppure s' aspettano di trovare nella compagna che hanno scelta un essere quasi perfetto, mentre 1' esperienza poi li convince, che anche il bel carattere ha le sue imperfezioni, ila suol essere appunto l'imperfezione medesima della natura umana, anziché la sua perfezione, che si guadagna l'altrui simpatia per mezzo della tolleranza, e che annoda strettamente fra loro le nature più affettuose e sensibili.
« Sopportare e compatire » è una massima veramente aurea per la vita maritale. Il matrimonio dev' essere come il governo di uno Stato, una serie di accomodamenti. Si deve dare e prendere, frenarsi e frenare, tollerare ed esser paziente ; non esser ciechi ai difetti delia nostra metà, ma sopportarli con bonomia e compatimento. Di tutti i pregi, quello che più giova nella vita maritale è un buon temperamento. Chi ne è dotato, e sa padroneggiarsi, ne ritrae la pazienza necessaria per saper sopportare e compatire, per udire senza fare acerba risposta, per contenersi, finché il caldo dello sdegno sia passato. 0 come è vera nella vita coniugale quella sentenza, che « Una risposta benigna mette la collera in fuga. »
Il poeta Burns discorrendo delle qualità di una buona moglie, le divideva in dieci parti. Quattro ne dava al buon temperamento, due al buon senso, una al brio, una alla bellezza, cioè ai bei lineamenti del volto, agli occhi espressivi, alla bella persona, al portamento grazioso; e le ultime due parti le divideva fra quelle altre qualità che sono proprie di una moglie, o 1' accompagnano, come la ricchezza, il parentado, l'educazione