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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL VASABONDO DELIE STELLE '
   9
   Gli otto anni trascorsi nel frattempo, li ho vissuti nelle prigioni di California, a San Quintino. Cinque anni li ho passati nelle tenebre d'una cella, nella segregazione cellulare, come dice la legge. Gli uomini che la soffrono la chiamano « la morte vivente ».
   Durante questi cinque anni, tuttavia, sono riuscito ad evadere dalla mia tomba, ad evadere, segregato com'ero, in un volo inaudito come ben pochi uomini liberi han conosciuto. Sì, me la rido di cojoro che hanno creduto di murarmi in quella cella e che hanno aperto i secoli davanti a me. A loro insaputa, in quei cinque anni, io ho vagato attraverso tutte le mie esistenze anteriori. Fra poco ve lo racconterò. Ho tante cose da dirvi, che non so come cominciare.
   E meglio cominciare da principio, perchè voi non mi conoscete abbastanza. Sono nato nel Minnesota. Mia madre era figlia di un immigrato svedese : si chiamava Hilda Tonesson. Mio padre, Chauncey Standing, era della vecchia razza americana. Suo nonno, Alfredo Standing, era un « domestico vincolato per contratto », uno schiavo, in altre parole, trasportato dall'Inghilterra in Virginia, per lavorarvi nelle piantagioni, nel tempo ormai lontano in cui Washington, ancora giovane, esercitava la professione d'agrimensore ed era occupato a misurare le solitudini della Pensilvania.
   Un figlio d'Alfredo Standing combattè nella guerra dell'Indipendenza; un suo nipote prese parte a quella del 1812. Gli Standing presero parte a tutte le guerre.
   Io, ultimo della stirpe, che morirò senza prole, mi sono battuto alle Filippine, nella recente guerra contro la Spagna; e, per far questo, diedi le dimissioni, quando già ero un uomo maturo in piena carriera, da professore all'Università del Nebraska. Al-