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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL VAGABONDO DELLE STFI.LE
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   mente ridicolo occuparmi a cacciare, ppr mezzo di un fucile, delle piccole sostanze esplosive nel corpo di altri uomini. Ridicolo e odioso era pure vedere la scienza prostituire la sua potenza e il suo genio ad un'opera simile.
   Io ero per natura .un buon fattore e agricoltore, un uomo sistemato, curvo sulla sua cattedra, schiavo dei suoi studi di laboratorio, e che aveva il solo interesse di scoprire i mezzi per migliorare i ter reni e far loro produrre di più.
   Fu dunque, come ho già detto, unicamente per rispettare la tradizione degli Standing che partii per la guerra. Scoprii ben presto che non avevo nes-suira attitudine per questo mestiere. I miei ufficiali se ne resero conto anch'essi. Mi trasformarono in un segretario dello stato maggiore, e fu come scribacchino, seduto ad un tavolo, che io feci la guerra ispano-americana.
   Così, non è già perchè avessi un carattere combattivo, ma, al contrario, perchè ero un pensatore, che mi ribellai contro il cattivo rendimento del laboratorio di tessitura della prigione. Ecco perchè i guardiani presero a odiarmi, perchè, continuando il mio cervello a ribollire, fui dichiarato « incorreggibile »; e perchè, infine, il direttore Atherton, avendo perduto ogni speranza a mio riguardo, mi fece un giorno chiamare nel suo gabinetto particolare.
   Alle domande che mi fece, agli argomenti che svolse per dimostrarmi che avevo torto, io risposi press'a poco così:
   — Come potete supporre, caro signor direttore, che i vostri sorveglianti ed i vostri guardiani, questi topi divoratori, possano riuscire, colle loro sevizie, a distruggere nel mio cervello le idee chiare e limpide che vi si trovano? Tutta l'organizzazione di questa prigione è sbagliata. Voi siete, senza dubbio, un abile politicante. Conoscete a perfezione,