quanto amore nelle sue cure, quanta assidua volontà di lavoro! Si alzava all'alba, preparava la bisaccia del marito, rassettava la casa, curava i figli e poscia con faticosa lena si dava al lavoro, sicura di guadagnare i suoi 40 centesimi prima del tramonto.
Quanta pazienza deve avere una madre nell'allevare i suoi figli! Il bimbo piange, strilla a più non posso e la mamma fa tutti i tentativi per tranquillizzarlo e spesso non vi riesce; gli dà la poppa, no; gli dà del pane, lo butta; gli dà il balocco, lo rompe; lo pone a sedere per terra, si rotola nel fango; lo corica nella culla, si butta giù, e la mamma pazienza, lo bacia, lo vince coll'amore. Eppure ho inteso da certi uomini dire: «Eh sono femmine e basta!» quale disprezzo massimo per le donne. Taci fellone: la femmina è la madre dell'uomo, la femmina è la moglie dell'uomo, senza di essa non vi è vita. La femmina è la figlia dell'uomo senza di essa non vi è padre contento; e finalmente la femmina è sorella dell'uomo e senza di essa non vi è fratello contento, né famiglia contenta.
Pensa a quanto scrisse Guerrazzi: «rispettare la donna poiché sua madre fu tale» e se questo rispetto non senti profondamente in te, impugna l'aratro e zappa la terra, tu non meriti sorte migliore.
Io sentivo per mia madre un'affezione così potente e così forte, che nei momenti di maggior orgasmo la sua memoria era sprone all'ardire ed all'audacia ed essa mi appariva col suo sguardo fiero e mi fissava vivamente in viso, come per dirmi: «colpisci, vendicami, altri non ebbero pietà di me, di tuo padre, di tua sorella!».
Ed ora dopo tanti anni vi ripeto che quel figlio che ha la sorte di nascere da una virtuosa madre, dessa avendo ricevuto il minimo oltraggio da un uomo prepotente, se non prende vendetta, egli è un codardo, un uomo dappoco. Dunque io che nascendo, ho creduto che sulla terra ero qualche cosa, per un oltraggio fatto alla mia povera madre, mi sono accinto a far scorrere torrenti di sangue, e vi sono riuscito a meraviglia!...
Perdona lo sfogo di un animo addolorato, mio caro lettore, e sii meco cortese, favorisci con me e andiamo a casa mia. Quivi non sperar di trovare sofà, comò, tavolini, poltrone ed
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