madre ridotta uno scheletro, feci atto di correrle incontro per abbracciarla, ma essa mi respinse inorridita ed esclamò: «toglietemi quel serpente dinanzi agli occhi».
Oh misericordioso Iddio, come sapeva mia madre che io era il serpente velenoso, che doveva mordere i miei simili, che doveva avvelenare tante famiglie; che doveva perdere la figura di uomo e prendere quella di rettile schifoso! Se avessi ponderata quella profezia, se avessi meditato solo su quel rifiuto di mia madre, forse non mi avrei lordate le mani di sangue. Ma che dico, no; furono le sventure di mia madre che mi spinsero al delitto, che mi resero inumano, talvolta feroce; e quando davo la morte a chi invocava pietà, erano le pene che aveva sofferto mia madre, che mi spingevano ad essere crudele.
Ma ohimè che serve ora a pensare al passato, dovevo essere così e così è stato!
Non ero ancora ritornato in Puglia, e nonostante le ripulse materne a mio riguardo, il dottore sperava riuscire in qualche cosa utilizzando la mia presenza presso la povera pazza, quando un giorno sentii la campana della parrocchia con lugubri rintocchi chiamare a raccolta i fratelli della congregazione onde riunirli per fare il funerale di un loro fratello. Era morto Francesco A..., detto lo zio Cecco.
«Povero morto che peccato! E che volete, dopo tutto era vecchio, Dio l'abbia in pace, si è confessato, comunicato, è morto da santo: dimane avrà la messa cantata ed il cataletto, illuminazione, ufficio doppio, il sicuro concorso di tutti i fratelli della congregazione del SS. Sacramento, pace all'anima sua...» questi erano i discorsi del popolino.
Di fatto la chiesa era stata parata a lutto, l'altare coperto di ceri, la bara di drappo di seta ed oro, e tutti erano accorsi per prender parte ai funerali dello zio Cecco, venerabile uomo dabbene. Ed era veramente un buon uomo, il povero morto; dove vi erano disgrazie egli era primo a soccorrere, faceva elemosine, rimproverava chi faceva male; geloso dell'onore degli altri, come lo era del suo, consigliava a far bene. La sua fisionomia, dopo il trascorso di tanti anni mi è presente e la ricordo benissimo. Era piuttosto alto, fronte spaziosa, occhi neri e
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