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Io brigante

Carmine Crocco Donatelli
Tipografia G. Grieco, 1903, pagine 98

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   grossi, petto largo, braccia e coscie erculee, con una barba bianca lunga ed ispida che gli dava un aspetto selvaggio.
   La chiesa era gremita di gente, le donne singhiozzavano picchiandosi il petto, gli uomini erano muti e tristi, solo Don Leonardo Cecero, priore della parrocchia, aveva un aspetto turbato.
   Incominciata la messa, intercalata dalla musica funebre, dopo l'elevazione, Don Leonardo, fatto fronte al popolo fe' cenno di voler parlare. Ognuno credeva che il degno parroco magnificasse le tante virtù dello zio Cecco, per cui in un attimo si fece un sepolcrale silenzio. Don Leonardo pressappoco così disse:
   «Signori, popolo, uomini e donne voi tutti conoscete Francesco A... Egli prima di morire ha lasciato cinquemila lire per ingrandire la chiesa e mille lire pei poveri bisognosi della parrocchia inoltre mi consegnò questo incartamento pregandomi di leggerlo alla vostra presenza.
   «Non tutti voi potete capire l'importanza di questo scritto nel quale vi sono citazioni abbondanti di latino e di greco, io vi dirò perciò la parte più importante.
   «Ai tempi, della Repubblica Partenopea, Francesco uccideva cinque persone della distrutta casa Mandorano, al tempo di Giuseppe Bonaparte, Re delle Due Sicilie, uccise un capitano francese per gelosia di male donne. Nel 1809 scannò il commissario straordinario di Re Gioacchino Murat in una alla moglie di costui. Uccise il guardaboschi Michele Spiarule, e poco tempo fa, tentò alla vita di D. Vincenzo C...
   «Quest'ultimo mancato omicidio lo zio Cecco lo perpetrò per vendicare l'onore della trovatella Margherita, cresciuta da lui e da D. Vincenzo sedotta, e costretta a finire in un postribolo».
   Don Leonardo invocò la benedizione del cielo sulla salma del trapassato, chiese per l'anima di questi una prece dai fedeli, domandò per lui perdono ai figli, ai nipoti di coloro che furono in vece sua fucilati e promise che avrebbe tosto fatti noti tutti i fatti al Re Ferdinando II, per ottenere la scarcerazione degli innocenti incolpati dell'assassinio di D. Vincenzo C...
   Dunque mio padre era innocente, e la sua innocenza era
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