Torniamo a Ruvo. Sul cader della sera lasciai nel pianto quel villaggio e feci la ritirata sulle colline delle Frunti a un miglio appena dai primi fabbricati. La notte da tutti i paesi limitrofi mi giunsero corrieri, coi quali mi si faceva conoscere lo scoraggiamento dei paesi o la partenza di dispacci per riunire forze contro di me, onde ne dedussi, che nel dì seguente non sarei stato disturbato. Fatto giorno organizzai una nuova compagnia di reclute che armai coi magnifici fucili di Ruvo; portai la cavalleria al numero di 190 coi 15 cavalli tolti ai Ruvesi; verso mezzogiorno venne il capo-banda Agostino Sacchitello con 162 uomini e 60 cavalli, tutti armati di splendidi fucili e di numerosi munizioni, cosicché tutti uniti raggiungemmo la forza di 1541 uomini e 256 cavalli, i migliori delle Puglie.
Sul cadere del giorno 11 mi fu riferito che l'autorità governativa non se ne stava con le mani alla cintola. Il comando della forza era in Rionero, ove s'erano riuniti drappelli numerosi di vari distaccamenti. Se ben mi ricordo, vi era un battaglione di bersaglieri, uno del 62° fanteria, tre battaglioni di guardie mobili, due compagnie del 32° fanteria e molta guardia nazionale.
Il comando aveva deciso attaccarmi vigorosamente nella mia posizione tentando l'accerchiamento. Sapevano ch'io ero ferito, ma non pensavano che la tigre ferita fa tremare il cacciatore.
Sicuro di non essere molestato, verso il meriggio calai su Ruvo ove mi feci medicare la ferita, e verso sera colla fanfara in testa presa la via che conduce al fiume Ofanto, nella direzione di Calitri. Ognuno credeva che io mi avanzassi per occupare Calitri, invece a notte avanzata, cambiai inaspettatamente direzione e dopo tre ore di contromarcia mi fermai in una posizione che mi parve assai forte.
Questa posizione era costituita da una massa boscosa riparata di fronte e, lateralmente a destra, dalle ripide sponde di un torrente detto Vomina, mentre a tergo ed a sinistra si trovava una pianura estesa, che permetteva alla cavalleria di manovrare.
In questa posizione decisi aspettare le truppe, pronto a morire anziché abbandonarla.
Allo spuntare del giorno successivo la truppa giunse a Ruvo,
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