Il 14 la nostra colonna pernottò a Grassano e resistette ad un attacco, datoci dalle truppe regolari. Dopo una viva schioppettata tra i nostri avamposti e la colonna che c'inseguiva, sul cader della sera la truppa, poca forza, rimase in posizione, e noi, prima dell'alba lungo il letto d'un torrentuccio asciutto, arrivammo non inseguiti a S. Chirico che fu occupato senza colpo ferire.
Attacchiamo Vaglio paese a sei miglia da Potenza che resiste con ammirabile valore al nostro attacco. La minaccia di distruzione, se non si arrende, non fa che accrescere nei cittadini l'ardore della difesa; i nostri parlamentari sono accolti a fucilate; abbiamo diversi morti. Divisi in quattro colonne attacchiamo contemporaneamente da quattro parti, ed occupiamo il paese mentre nel convento, fortemente occupato, si continua a resistere. I nostri, inferociti dall'inaspettata difesa, uccidono quanti incontrano per via, uomini e donne, e danno fuoco al convento.
Il paese è posto a saccheggio, chi più può più ruba. Lasciamo il convento in fiamme. Giorno 16 novembre. Siamo nella vallata di Potenza chiamati a liberare i carcerati politici ivi rinchiusi.
Siamo in sicuro che al nostro approssimarsi si avrà un'insurrezione generale.
In tutti vi è forte speranza di ricco bottino e di molti piaceri.
Presiede il comitato segreto reazionario il signor... un ex capopopolo del 1860, liberale dalla sola fascia tricolore, che non avendo potuto arricchire nella rivoluzione, perché il triumvirato Albini, Boldoni, Mignogna aveva provveduto lui a tutto, cambiò bandiera e si fece borbonico, come era prima del 1860. Ma pur troppo codesto camaleonte politico, ancora una volta mutò colore, avvertì il Comandante la piazza, indicò il luogo ove eran deposte le armi, ch'egli aveva poco prima segretamente ricevute, intascò i ducati del Borbone, e si vantò di poi di aver salvata la Basilicata. Perché non potessero smascherarlo, fece trucidare sulla piazza S. Gerardo di Potenza (novembre 1861) cinque persone, quelle stesse che da lui avevano ricevuto ordine di conservare le armi spedite da Napoli.
Con mio dolore dovetti abbandonare l'impresa di soggiogare Potenza e tornarmene con la coda fra le gambe come cane scornato.
75