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Io brigante

Carmine Crocco Donatelli
Tipografia G. Grieco, 1903, pagine 98

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Ripieghiamo su Pietragalla ove arriviamo sull'imbrunire e siamo accolti a fucilate. La guardia mobile si chiude nel castello ducale e resiste per tutto il giorno successivo a nostri vigorosi attacchi. Abbiamo numerosi feriti e qualche morto ma siamo compensati da un ricco bottino. Il paese è in fiamme; arrivano in rinforzo dei cittadini le milizie di Acerenza e quelle di Foren-za e siamo costretti ad abbandonare l'impresa.
   Comincia il freddo intenso, le pioggie insistenti cagionano molte malattie, i miei sono mal ridotti e quel che è peggio mal disposti a proseguire nell'impresa. Borjés corre pericolo d'esser ucciso dai suoi masnadieri.
   Ad Avigliano troviamo la popolazione in armi e siamo respinti. La dissoluzione si fa strada tra noi, il comandante francese vuole imporsi su Borjés, la guerra civile è imminente tra la banda.
   22 novembre. Ci gettiamo su Bella piccolo paese non molto distante da Ruvo del Monte.
   Partii di notte in testa ai miei compagni, e giunsi allo spuntar del sole alle porte del paese, ove feci sostare la mia banda. Come per Ruvo inviai al Sindaco una missiva intimando il pagamento d'una taglia ed il vettovagliamento per i miei uomini e cavalli.
   Mi si rispose col suono delle campane, segnale di allarme e di difesa a tutt'oltranza.
   Accettai la sfida e dopo nove ore di combattimento ferocissimo riuscii a costringere 1 cittadini armati a ridursi nel castello feudale, che non fu possibile conquistare. Padrone del paese, metà in fiamme, requisii buoi, capre e tutto quello che mi fu possibile ritirandomi poscia sui monti non molestato.
   Lasciamo i monti e ci avviciniamo a Muro Lucano che da informazioni dei confidenti sappiamo ben difesa. Al francese manca il cuore di attaccare per paura di un rovescio; scendiamo lungo il Platano e arriviamo a Balvano accolti a festa da quei popolani, che ci offrono ogni ben di Dio.
   Da Balvano ci gettiamo su Ricigiiano ove siamo accolti a suon di musica e coi preti in commissione di ricevimento.
   Il paese è saccheggiato, 1 signori spaventati offrono ospitalità e sono svaligiati, chi si lamenta è ucciso.
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