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Io brigante

Carmine Crocco Donatelli
Tipografia G. Grieco, 1903, pagine 98

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   La 2- banda prese posto sulla destra del fiume Ofanto nell'interno del bosco di Monticchio, sotto la dipendenza della città di Melfi ove vi erano tre compagnie di guardia nazionale, bastanti appena al servizio della città e delle carceri.
   La 3a banda prese quartiere nel bosco di Monticchio ma non sopra il fiume suindicato bensì sopra la fiumana di Atella, ed aveva questo paese, senza forza, a due miglia.
   La 4- banda occupò il bosco di Boceto, la 53 quello di S. Cataldo e la 6a la boscaglia di Lagopesole.
   Tutte queste bande erano, così ben scaglionate che in poche ore si potevano riunire; in pochi giorni costruirono ciascuna capanne, blinde, stalle, baracche, cucine da mietitori e requisirono caldaie, barili, secchie.
   Per vivere, requisizione forzata di buoi, capre, pecore, visita alle cantine delle masserie limitrofe per provvedere il vino e per acqua quella dei pozzi e l'altra che ci veniva dal cielo; chi pagava era il... piombo.
   Eravamo in dicembre e cominciammo a scannare i maiali, fin allora assai grassi per aver pascolato nei boschi ove abbondava la ghianda. Il quartiere generale era il mio. 480 persone, 40 cavalli ed oltre 100 cani d'ogni razza grossi e quasi feroci.
   Dai primi di dicembre 1861 al 5 maggio 1862 non vi fu cosa che menti di essere riferita, giacché non fummo affatto molestati. Città e paesetti per ordine del governo fecero il cosiddetto stato d'assedio. proibendo al popolo di sortir fuori sotto pena di morte a chi disubbidiva. Così passammo ''inverno senza essere disturbati e fu veramente una fortuna, poiché quell anno vi fu un invernata terribile, che non si ricordava l'eguale. Era caduta tanta neve che non si poteva camminare; ciò fece dire ai giornali che il brigantaggio era distrutto e morto di fame, mentre noi briganti eravamo sani e forti come tanti tori, senza le corna però.
   Col finire dell'inverno dovendo le terre essere lavorate, fu giocoforza permettere ai contadini il ritorno ai loro campi; ma ordini severissimi proibivano a chiunque di portare pane e viveri più del necessario al proprio sostentamento. Si credeva con ciò farci arrendere per fame e non si sapeva, o meglio si fingeva non sapere, che i signori per avere da noi meno male, avevano
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